sabato 30 marzo 2013

Quelli che l'inverno li ha cambiati

Quelli che l'inverno li ha cambiati hanno fatto cose e visto gente, ma soprattutto:
- La mia amica ballerina si è procurata un banchetto da scuola materna anni '60, e lo ha messo in salotto di fronte al libretto di bulabula.
- Io ho un  paracadute per copridivano, sul quale mi paracaduto molto volentieri.
- La mia eco-amica con le cuffiette sulle orecchie ha mangiato il suo primo muffin a forma di topo
- Selvaticman un giorno sì e un giorno no fa i buchi alle orecchie con la pistola spara-orecchini.
- Lo specialista del parcheggio a spina di pesce registra la sua risata con il telefonino, e la manda al papà di sua morosa.
-I miei sono diventati couchsurfers. 
- La mia amica che ha visto 16 concerti dei Subsonica in tre anni, è arrivata al ventiquattresimo concerto dei Baustelle in due anni. E continua a dire che dal vivo sono veramente pessimi. 
- C'è un'unica cosa che non è cambiata di una virgola: la foderatrice di divani, grande fan della East Coast, la vedo sempre e solo con la pioggia. E sempre e solo quando ci siamo appena lavate i capelli.
-L'analista di meteo.it dice che questo post è perfettamente inutile perchè l'inverno non è affatto finito, quindi nei prossimi giorni potrebbe succedere di tutto. 

domenica 24 marzo 2013

Indovinate quale sono io

- Ciao a tutti, sono ***,  e sono una specialista nel dar da mangiare ai gatti altrui.
- Io invece sono ****, e incarto libri di scuola ad una velocità invidiabile.
- Io, anche se la mia faccia potrebbe ingannare, sono un ottimo baby sitter.
- Buonasera a tutti, sono ***, per me è la prima volta. So stirare meglio di quella che ha appena parlato, quindi le camicie portatele da me, please.
- Dunque, io sono una socia storica, e cerco qualcuno che trovi l'offerta adsl più adatta alla mia indole. 
- Io, invece, cucino rotoli di coniglio e ricotta che a Masterchef manco li vedono. 
- Io sono Fuffa, parlo tanto e combino poco, faccio grandi sorrisi ma non so fare niente. 
- Salve a tutti, sono ****, e custodisco con amore l'orchidea che la mia collega ha tentato di uccidere.  
- Tocca a me? Io sono bravissimo a dormire nelle case degli altri. Faccio l'antifurto vivente. 
- Io sono molto grato alla banca del tempo, perchè grazie a lei ho imparato ad usare la sega elettrica.



sabato 23 marzo 2013

Giovanni Senzaterra

Giovanni Senzaterra non ha terra da regalare in giro, ma solo un po' di prato attorno a casa. Dice sempre di avere un cottage a Sanbortolo, per quello pensavo ne avesse a badilate. Sostiene che se il campanile di Saletto cadesse, distruggerebbe quello di Sanbortolo. E che a Sanbortolo hanno i cannoni puntati verso Saletto. Adesso si vuole comprare un computer, per non fare l'antico, anche perchè l'altro giorno suo nipote di sei anni gli ha fatto una foto con il telefonino. In realtà è talmente terrorizzato dalla tecnologia che ha una lavatrice nuova di zecca che si rifiuta di imparare ad usare. Quindi prende la sua roba e la porta alla lavatrice pubblica, così con quattro euro si legge il giornale e passa un po' di tempo fuori. E le mutande escono che sono già asciutte. 

venerdì 8 marzo 2013

Mimosa

Mimosa l'ho appena googlata, perchè non ho mai capito cosa vuol dire nel linguaggio dei fiori. Non ho trovato niente di che, quindi il suo significato me lo invento io. Forse non ho trovato niente di che perchè avevo già deciso che il suo significato l'avrei inventato io... Ho pensato a lei quando questa mattina ho deciso di andare a trovare quella mia amica che assomiglia a Vanessa Incontrada, per via delle lentiggini. Non mi sembrava carino portarle dei biscottini, visto che lei è credente e oggi è un venerdì di quaresima. Allora ho deciso di comprarle una mimosa, è la prima volta. Mi è piaciuto entrare per la prima volta nella fioreria del mio quartiere. Anche se di solito sono le cose senza senso a piacermi, questa volta mi è piaciuto perchè ha molto senso. Regalare una mimosa è una coccola. Siamo noi donne a dover coccolare le altre donne.

lunedì 4 marzo 2013

Anne Geddes

Anne Geddes andava un sacco di moda alla fine degli anni '90, quando aprivo i jeans a sigaretta per cucirci un triangolo di stoffa fiorata per fare la zampa. L'ho rispolverata qualche mese fa, quando l'ho trovata sottoforma di puzzle nel negozio più sfizioso che conosco. L'ho portata a casa dei miei, l'ho sistemata sul tavolino da picnic e li si è fatta costruire. Tutti hanno partecipato a questa piccola impresa, fatta di ricerca, pazienza e compromessi. Il consulente di materassi ha messo una spina, la vicina chiacchierona un orecchio, l'amico dell'amico la cornice della cornice, la presbite un bigliettino scritto in piccolo. A volte Anne Geddes è stata abbandonata con un vaffa, dopo aver cercato la quadra di un cerchio. A volte si è mangiato più tardi, per non lasciarla sola. A volte era coperta dalla biancheria da stirare, o dai libri da leggere. A volte la doccia poteva aspettare. A volte le braccia si incrociavano e i piedi si pestavano. A volte c'eri solo tu e lei, e si riusciva a parlare con franchezza. E' stata ingombrante, non c'è dubbio. Come tutte le cose belle, che ti obbligano ad un percorso tortuoso e faticoso, ma a posteriori scopri che ne valeva la pena. Come l'Italia.