Sono stati uniti, lontani e poi di nuovo uniti. Sono i protagonisti della storia più romantica del Nordest, e forse anche di tutta l'America. Si sono presi quelle duecento settimane di ferie che solo un meraviglioso contratto ti permette di fare, si sono vestiti di bianco e blu per far sapere al mondo che erano di nuovo uniti, hanno sterilizzare le gatte, hanno svuotato il bidone del vetro, si sono fatti le valigie e si sono studiati la lonely. Sono andati negli Stati Uniti, e non c'era posto migliore. Potevano stare bene solo in uno stato federale, dove ogni posto è diverso da un altro, ha le sue autonomie ma sa ricordarsi di quanto sia importante riconoscersi insieme sotto un'unica bandiera. Hanno soddisfatto quel concentrato di ossessione per i fenomeni estremi incarnato da Lui, visitando crateri grandi come la Torre Eiffel e passeggiando per strettoie rosse rigorosamente in fila indiana. Hanno soddisfatto quel concentrato di ossessione per lo shopping compulsivo incarnato da Lei, facendo tappa a New York e facendo la foto davanto alla casa di Carrie.
venerdì 28 settembre 2012
giovedì 27 settembre 2012
Il cavaliere perso
Il cavaliere perso non è quello nano e in doppiopetto che non sa più dove sbattere la testa, e nemmeno quello errante che gira per la Spagna tutto orgoglioso con la sua donzella in testa. IL cavaliere perso è un tipo di Pordenone che un giorno ha abbandonato la sua donna e lei, da quel momento, ha cominciato a farsi un frico dopo l'altro per dimenticare. La gente le diceva che il suo frico era buonissimo, altro che il cavaliere perso! E allora lei ha deciso di aprire una trattoria di legno con le tovaglie a quadretti rossi e bianchi, dove il profumo del frico seduce anche i più indifferenti. Ma in tutte le storie vere, c'è sempre qualcosa che non mi piace: la trattoria si chiama Il cavaliere perso. Perchè dedicare ad un uomo ingrato il simbolo della tua rinascita? Il mio happy ending sarebbe stato diverso.
sabato 22 settembre 2012
La cugina Silvia
La cugina Silvia c’è in ogni
famiglia che si rispetti. Perfino la cugina Silvia ha una cugina Silvia. Nel
mio caso, è una delle rarissime cugine maggiorenni, quindi insieme possiamo
affrontare una serie di discorsi che vanno decisamente oltre ‘l’altro giorno ho
rubato un gelato alla nonna hihi’ e ‘stasera in cortile facciamo uno spettacolo
sulle winx’. Ci cerchiamo solo quando siamo depresse, quindi in media ogni
quattro mesi. Lei si fionda da me affamata in pausa pranzo, con il tacco alto e
un tatuaggio sexy, e io la accolgo con la tuta fosforescente. Lei è una di
quelle che prende in mano la coscia di pollo con uno scottex e chiede il
cucchiaio per arrotolare gli spaghetti, per dire. Il pranzo è veloce e indolore,
ci aggiorniamo velocemente sulla nostra situazione finanziaria e sentimentale (e
una delle due è sempre in picchiata), e alla fine ci facciamo una gran
risata.
venerdì 21 settembre 2012
I ciclisti
I ciclisti sono un mondo a parte,
e non puoi nemmeno concepire che mondo possa essere fino a quando non ti ci
butti a capofitto. Spostata come non mai, quando sono in macchina non li
sopporto, perché hanno quell’aria così rilassata mentre tu sei lì che mordi il
volante. Quando sono in bici non sopporto gli automobilisti, perché sono brutti
nella loro inutile arroganza. Comunque, i ciclisti sono i migliori, perché se
sono incazzati si sfogano sui pedali e non sugli altri, e questa è una terapia
innovativa da esportare massicciamente. I ciclisti sono una categoria molto variegata, a
dispetto delle apparenze: ci sono quelli che lo sono perché si annoiano
a camminare (e penso a mio fratello, che si spostava con la bmx da una stanza
all’altra), perché adorano il proprio fisico e lo vogliono salvaguardare dalla
flaccidità -immancabilmente a petto nudo-, perché adorano l’ambiente e vogliono
salvaguardarlo dalla diossina, perché adorano il rischio di venire travolti dai
tir della statale, perché adorano sfoggiare il completo da ciclista che si sono
comprati, perché adorano fare gli equilibristi dopo una spesa da 60 euro perfettamente
bilanciata, perché adorano trovare una scusa per ascoltarsi la musica con l’Ipod,
perché adorano parcheggiare davanti al lavoro mentre tutti girano imprecanti. Io
lo faccio perché adoro accarezzare le maniglie di osso del primo Novecento.
sabato 15 settembre 2012
Chi ricomincia
Chi ricomincia ha sempre il cuore
diviso a metà: le cose conosciute le devi e le vuoi abbandonare, perché ormai
sono vecchie e rischiano di ingabbiarti. Però sono tanto rassicuranti e per un
po’ ti ci aggrappi, come ad un salvagente in mare aperto. Le cose nuove ti
seducono, ti abbagliano, ti dicono che è ora di cambiare passo. Però troppe
volte ti abbagliano solo perché c’è troppa luce, e non vedi che dietro c’è solo
un pugno di mosche. E allora crisi nera, che ti costringe a tirar fuori la
forza che pensavi di non avere. E ricominci davvero. Sono due i momenti dell’anno in cui si
ricomincia: il primo gennaio, quando prendi l’agenda nuova che sa ancora di
inchiostro, rileggi tutti i buoni propositi e ci sorridi sopra, chiami tuo
padre che ci tiene tanto, pranzi con gli avanzi della sera prima e lavi per
terra. E il primo settembre, quando ti sposi, ti metti la cravatta per il primo
giorno di scuola, cucini la prima minestrina, torni al tuo paese natale dopo
vent’anni di vagabondare, guardi le sette notizie di Gramellini, riapri i libri
e non sai da dove partire, il sole non ti nausea più e ricominci a bramarlo.
mercoledì 12 settembre 2012
Le persone archiviate
Le persone archiviate le ho archiviate con soddisfazione, o con
indifferenza, o con fatica. Riempiono la mia scatola dei ricordi, che non è una metafora, ma ciò di più concreto che io possa avere. Ogni persona è archiviata
attraverso un oggetto. C’è una cassetta dei Nofx che adesso trovo inascoltabili ma che ho adorato. C’è
una ragnatela violacea fatta con la vinavil. C’è il mio primo paio di occhiali. Ci sono i segnaposti della festa
dei miei diciotto anni. C’è un acrostico in cui un trio di bambini mi
considerano Felice Estroversa Divertente Emaniosa
Rumorosa Irriverente Calorosa e Astuta. C’è una graffetta a forma di fungo, velenosissima. C'è un
bavaglino di plastica avanzato da una cena di pesce e una tovaglietta di carta
di una pizza speciale. Ci sono inviti a matrimoni e lettere arrabbiate. Ci sono i buoni propositi di qualche capodanno fa di far provare il
trattore di mio padre ad un amico di città, di guarire definitivamente dalla
tosse catarrosa, di fare amicizia con un orrendo coniglio da giardino e di
continuare a prendere sul serio tutte le scemenze che mi vengono raccontate. Propositi naturalmente archiviati ancor prima di diventare realtà.
lunedì 10 settembre 2012
Quelli che l'estate li ha cambiati
Quelli che l’estate li ha cambiati hanno fatto cose e visto gente. Ma soprattutto:
La mia vicina ha un nuovo tatuaggio inquietante sul cranio
La mia amica con le sopracciglia corrucciate è passata da quota 15 a quota 16 concerti dei Subsonica in tre anni
La compulsiva della valigia ha perso la targa della macchina e poi l’ha cercata con la pila
La quattordicenne non è capitata nella classe della sua amica, e la sua nuova vicina di banco adora i Modà (e quindi è una sfigata)
L’impastatrice di uomini, non contenta, ha cominciato ad impastare anche se stessa
L’uomo che non mi guarda mai negli occhi è passato alla modalità ‘adesso manco ti saluto’
Il piede di mia mamma ricomincia a dare segni di vita. Ora fa la dittatrice non più seduta, ma in piedi.
La mia amica che mi chiamava ciccetta, ora mi chiama gigietta, perché ha le afte in bocca. Ma non capisco perchè lo faccia anche via sms.
La bambina che parla in bebeeese si è comprata un completo da pioggia di Hello Kitty, rosa all’inverosimile.
Io ho mangiato il mio primo marshmallow a forma di puffo e ho abbassato notevolmente l’asticella della tolleranza.
mercoledì 5 settembre 2012
Le persone tristi e le persone a volte tristi
Le persone tristi sono prive di
fantasia, senso dell’umorismo ed elasticità mentale. Le persone a volte tristi,
invece, sono quelle che in una mattina di settembre si svegliano male. Fanno
colazione da sole, i biscotti sono finiti, leggono mail brutte e ricevono
telefonate ancora più brutte. Il campanello suona e loro sono in pigiama. La
lavatrice ha colorato tutto di rosso e le formiche hanno invaso il terrazzo.
Fuori non c’è un filo di sole e avrebbero tanta voglia di farsi coccolare. Le
persone a volte tristi lo sono solo a volte perché fanno di tutto per scacciare
via la tristezza. Chiamano con il telefono fisso l’amica ancora più triste, e
parlano con lei di capelli e di conoscenti metal. Sentono nell’ordine l’amica
matta, la ex collega, la compagna di scuola storica. Si comprano il classicone
dell’anno –Il Don Chisciotte- perché si sono ripromesse di leggerne uno all’anno,
perché hanno fatto un voto alla letteratura. Prendono la bici e vanno a
prendere il caffè da quella tipa che aveva detto loro: ‘Quando passi per di
qua, vieni a prenderti il caffè’. Siate cauti con le persone a volte tristi: a
volte prendono tutto sul serio.
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