sabato 22 dicembre 2012

Le cinquantenni si dividono in due categorie

Le cinquantenni si dividono in due categorie: quelle che sono riuscite a sganciarsi le palle al piede, e quelle che si sono accollate anche quelle degli altri. L'altra sera ero piacevolmente immersa nella prima categoria: svolazzavano leggere da un capo all'altro della stanza, fluttuavano da un discorso all'altro, si prendevano in giro con delicatezza e raccontavano le loro vite con graziosa ironia. Io sto svolazzando maldestra verso i trenta, a volte inciampo sulle mie palle al piede, e dico sottovoce un sacco di parolacce, come per esempio: 'che due palle!'. Ma poi ricomincio a svolazzare e cerco tutti i santissimi giorni di togliermele di mezzo, per accogliere un po' quelle degli altri, che ne hanno tanto bisogno, o per diventare un po' più leggera, visto che non lo sono mai abbastanza.

sabato 15 dicembre 2012

Il primo bambino che ha fatto la pipì nel mio bagno

Il primo bambino che ha fatto la pipì nel mio bagno mi ha guardato tutto biondo e timido, e mi ha detto senza parlare che doveva fare la pipì. Io l'ho accompagnato e lui, educato com'è, l'ha fatta seduto. Ho realizzato che era il primo bambino che faceva la pipì nel mio bagno e mi è scappato un sorriso. E poi, come se quel gesto così primitivo avesse rotto ogni muro tra noi, ha cominciato a parlare con me. Mai fatto prima d'ora, nonostante l'avessi avuto con me cinque ore al giorno per tre mesi di fila. Storia di un corpo di Pennac non mi piace poi così tanto, perchè racconta solo la storia di un corpo e io, che sono tutta testa, lo trovo estremamente riduttivo. Però ha ragione su un punto: siamo troppo abituati a sottovalutare la potenza del corpo. Solo con il corpo scavi in profondità, rompi le barriere, fai parlare due persone.   

domenica 9 dicembre 2012

Le amiche articolate

Le amiche articolate sono quelle a cui affibbio davanti l'articolo determinativo. Fino al 2008, anno celebre per la ritirata della dermatite e la scoperta dei bigoi in salsa, tutte le femmine per me avevano il loro 'la' davanti. Poi qualcosa è scattato in me, non so se a causa dei bigoi. Fattostà che da allora nessuna nuova donna è ai miei occhi articolata. Ho optato per la disarticolazione del genere femminile, e questo mi ha aperto la testa. Non abbastanza, però, perchè le disgraziate conosciute prima del 2008 continuo ad articolarle. Esiste dunque LA CARMEN e CARMEN, LA LUCIA e LUCIA, che tutti gli articoli porta via. Questo mi fa riflettere su quanto le articolazioni del mio cervello funzionino in modo alquanto misterioso.

sabato 1 dicembre 2012

Senza filtri

Senza filtri è un torrente in piena, tutto istinto e niente ragione.Talvolta la trovo geniale, nei suoi gesti efficaci. Tavolta insopportabile, nel suo egoismo cieco. Talvolta mi cerca, perchè sono una roccia, talvolta mi disprezza, perchè non mangio la caramella gommosa a forma di coccodrillo. 
Senza filtri mi fa sentire un'infiltrata, e lo sa perfettamente. 

mercoledì 21 novembre 2012

La mia compagna di sventure

La mia compagna di sventure è la mia compagna di sventure su più fronti. Non riesco a capacitarmene, ma nelle situazioni per me più difficili ce l'ho sempre al mio fianco. Lo studio, quando cerco la motivazione, poi il lavoro, quando cerco gratificazione, e poi la salute, quando (mi) sento male. Con tutte le sfumature del caso, non sia mai. Per esempio, io non me ne andrei mai in giro con un berretto di lana viola, e non parcheggerei in sosta vietata. E non mi sognerei mai di fare una tesi sul teatro. Mi intesisce solo l'idea.

sabato 17 novembre 2012

Kandinsky

Kandinsky lo aspettavo da un mese, e finalmente è arrivato. 
E' rosso, perchè l'amore non è solo azzurro. 
Ed è azzurro, perchè l'amore non è solo rosso. 
E' duro, perchè l'amore non è solo morbido. 
Ed è morbido, perchè l'amore non è solo duro.
Mi ha aiutata a caricarlo la mia amica che parla al telefono con l'auricolare, perchè da sola era difficile da gestire. Mi aiuterà ad appenderlo l'inventore, perchè è indubbiamente impegnativo. Per il momento è lì, imballato, che mi guarda ironico e aspetta paziente.

mercoledì 14 novembre 2012

Ingessato

Ingessato non è solo il piede di mia mamma, e nemmeno quel completo da mafioso che adesso è diventato demodè. Ingessato è quella tipologia d'uomo che mette gli occhiali non per vedere nitido, ma per nascondersi. Ti parla a dieci centimetri di distanza, non per intimità, ma per importi la sua maschia altezza. Ingessato ti riempie di complimenti banali, e si autoesalta pensando di aver fatto centro. Si mortifica con una postura innaturale, per mostrare le spalle larghe. Si erge a paladino dei deboli con un paternalismo vecchio. 
Ingessato è democristiano.

venerdì 9 novembre 2012

Lei

Lei mi ha accolto materna il primo giorno, con la chioma paglierina e gli zoccoli olandesi ai piedi. Ha sciolto la tensione, ha detto che le ricordavo sua figlia e io, presa dall'entusiasmo, le ho risposto che Lei era troppo giovane per sembrare mia madre. Poi le ho chiesto: 'Puoi aprirmi il cancello? A domani, ciao!'. Solo il giorno dopo ho scoperto che tutti le danno del Lei. Paralizzata dall'imbarazzo, ho cominciato, come mi capita sempre in queste stupidestupidissime situazioni, a mettere in piedi discorsi astrusi per evitare di scegliere se darle del Tu o del Lei. Non c'è cosa più ridicola e più faticosa, che tenere il piede su due scarpe.

domenica 4 novembre 2012

I numeri primi

I numeri primi li ho visti ieri sera dal mio pc, che oramai è solo capace di leggere i DVD, ma gli sono grata lo stesso. Purtroppo l'audio è bassissimo, e tu devi stare lì con l'orecchio tirato per tutto il tempo, ed evitare di tossire per non perdere le battute. Se poi i protagonisti sono due numeri primi, che parlano sottovoce perchè hanno una paura folle di vivere, è 'na tragedia. Io non li capisco, perchè il mio tono di voce è sempre alto, forse perchè ho vissuto in una casa in cui ci si chiamava per la cena urlando a più non posso per non fare le scale. Quindi sono arrivata alla conclusione che il tono alto è direttamente proporzionale alla pigrizia di chi ce l'ha. Comunque il quesito alla base del film è: 'due numeri primi potranno mai trovare un modo per stare insieme?'. Io, da quel che ho capito leggendo il labiale, credo che no, possono impegnarsi quanto vogliono, ma se sei un numero primo devi prima trovare un modo per diventare un numero divisibile, per due o per tre come preferisci. E poi vai a cercarti la tua Alice o il tuo Mattia.

venerdì 26 ottobre 2012

L'inventore

L'inventore se ne inventa sempre una più del diavolo. La sua testa è un ingranaggio, e le sue mani sono sempre sporche d'olio. Ha trasformato l'oblò della lavatrice in una pentola da castagne. Ha brevettato un nuovo modo per separare i chiodi dai bancali. Ha inventato innovativi sistemi di smontaggio oggetti ingombranti, per farceli stare nella macchina piccola. Ha sperimentato con -scarso- successo una didattica inconsueta, basata sulla motivazione reiterata e soprattutto urlata. Ha inventato una nuova ricetta: una forchettata di pasta, una morsicata di pane, o anche forchettata+morsicata contemporaneamente. Ha elaborato un sistema complesso per beffare le coincidenze impossibili. Per arrivare ad un livello sopraffino di beffa, ha lottato quotidianamente dai quattordici ai ventisei anni, raggiungendo coincidenze che nessuno riesce a spiegare scientificamente.   

lunedì 22 ottobre 2012

Gli irraccontabili

Gli irracontabili sono troppo complicati, troppo conficcati o troppo fragili per essere raccontati. Con loro schiaccio noci, comunico in modo creativo, esalto il silenzio, scordo la vista, modulo la voce, studio le mani. Dico tutto e non dico niente. 

domenica 14 ottobre 2012

I miei amici seduti

I miei amici seduti erano ancora più belli del solito, ma non so dirvi il perchè. La parrucchiera si è seduta sulla sedia da avvocato, l'avvocato su quella da parrucchiera. Il pesce rosso è stato costretto ad accettarne una mignon, e selvatic man, costretto, ha scelto quella che guardava il mappamondo lontana da tutti. La foderatrice di divani ha voluto una sedia in legno, e la mamma con il tacco di legno si è fiondata sul divano. La seconda mamma con il tacco ha optato per quella al centro, e l'amica con le sopracciglia corrucciate ha scelto quella in periferia. La non ancora mamma con le all star a pois si è lanciata senza indugio sul water con la tavoletta giù e la mia amica con la manina all'insù si è avvolta nel telo grigio e ha fatto l'ennesimo lavoretto. La bambina del Nesquik ha fortemente voluto lo sgabello verde e anche il latte oltre al Nesquik. La mia amica socievole si è sdraiata sulla scala, perchè comoda non vuole mai stare. Il suggeritore di Altan ha sposato sorridente la sedia con le ruote. Poi c'è la categoria degli sportivi, che hanno optato per una tavola con la palla sotto o la cyclette anni Ottanta. I ciucciatori di dita altrui non hanno avuto dubbi: seduti sulle gambe di tutti, a ciclo continuo. Io, ubriacata dalle possibilità, ho dovuto provarle tutte per trovare la mia. Che era quella più complicata, ovviamente.   

lunedì 8 ottobre 2012

La signora del cinema

La signora del cinema accompagna con grazia la mia stagione invernale. La apre ad ottobre, quando mi stacca il biglietto felice di rivedermi. La chiude ad aprile, quando mi saluta sbadigliando dopo l'ultimo spettacolo. Sono sempre l'ultima ad uscire, perchè i titoli di coda si devono guardare fino alla fine. A volte sono l'ultima ad entrare, e devo sedermi in un posto che non mi piace, e non riesco a mettere le gambe a mo' di indiano come vorrei. La signora del cinema è la mia critica preferita, e quando mi dice che un film è da vedere io lo guardo ad occhi chiusi. La signora del cinema è una gran signora, per il suo portamento aristocratico nonostante il golfino fatto a mano, che neppure io riuscirei a portare. Sta dietro il suo bancone anni '70, perchè un cinema deve sapere di passato, e avere anche le sedie scomode, che chiedono al tuo corpo di adattarsi. Perchè è bene ricordarsi che non sempre le cose possono adattarsi a te, e il tuo compito principe nella vita è proprio quello di modellarti a loro, con grande umiltà.

venerdì 5 ottobre 2012

I pendolari del treno

I pendolari del treno sono dicotomici: quelli che stanno al telefono e quelli che non stanno al telefono, quelli incredibilmente belli e quelli incredibilmente brutti, quelli che sono in anticipo e quelli che sono in ritardo, quelli che ridono e quelli che piangono, quelli con l'influenza e quelli senza l'influenza, quelli che vogliono andare a casa e quelli che se ne sono appena andati, quelli con il trolley e quelli con lo zaino, quelli simpatici e quelli antipatici, quelli che lo stavano per perdere e quelli che lo stavano aspettando da ore, quelli della prima classe e quelli della seconda, quelli che vanno al primo piano e quelli che stanno al piano terra, quelli che chiacchierano e quelli che stanno zitti, quelli che comprano il biglietto e quelli che non lo comprano. In treno non c'è una via di mezzo, c'è il bianco e il nero e va bene così. E quando sei pendolare del treno, devi imparare ad interpretare ogni giorno quel bianco o quel nero, senza sfumature di sorta. Puoi essere a righe, o a pois, o a quadretti, ma il confine deve essere netto.

mercoledì 3 ottobre 2012

Il tipo complesso e complessato

Il tipo complesso e complessato ha una vita molto ordinaria, anche se mi fa credere sempre di fare questo e quell'altro. E' complesso, perchè non capisci mai quello che pensa, e di sicuro non lo capisce neppure lui. E' complessato, perchè non ti parla mai della sua vita, perchè ha una paura folle del tuo giudizio. Avevo diciott'anni, eravamo in quindici in una casa di montagna ed era appena uscito The blair witch project. Il tipo complesso e complessato girava per casa ansimando con la telecamera, e mi terrorizzava soprattutto il suo pizzetto. Il pizzetto mi inquieta assai. D'estate salivamo nel polipo alla sagra del polipo, e d'inverno alla domenica sera mangiavamo le penne con panna e salmone. Adesso lo trovo sempre in giro per caso: a vendermi biglietti Terravision in areoporto, al binario di Mestre, al concerto un venerdì sera, in coda alla posta. A volte mi saluta tutto contento, a volte sembra scocciato dalla mia presenza. Il tipo complesso e complessato è uno di quelli sui quali sono confusa: mi piace o no?   

venerdì 28 settembre 2012

Uniti

Sono stati uniti, lontani e poi di nuovo uniti. Sono i protagonisti della storia più romantica del Nordest, e forse anche di tutta l'America. Si sono presi quelle duecento settimane di ferie che solo un meraviglioso contratto ti permette di fare, si sono vestiti di bianco e blu per far sapere al mondo che erano di nuovo uniti, hanno sterilizzare le gatte, hanno svuotato il bidone del vetro, si sono fatti le valigie e si sono studiati la lonely. Sono andati negli Stati Uniti, e non c'era posto migliore. Potevano stare bene solo in uno stato federale, dove ogni posto è diverso da un altro, ha le sue autonomie ma sa ricordarsi di quanto sia importante riconoscersi insieme sotto un'unica bandiera. Hanno soddisfatto quel concentrato di ossessione per i fenomeni estremi incarnato da Lui, visitando crateri grandi come la Torre Eiffel e passeggiando per strettoie rosse rigorosamente in fila indiana. Hanno soddisfatto quel concentrato di ossessione per lo shopping compulsivo incarnato da Lei, facendo tappa a New York e facendo la foto davanto alla casa di Carrie. 

giovedì 27 settembre 2012

Il cavaliere perso

Il cavaliere perso non è quello nano e in doppiopetto che non sa più dove sbattere la testa, e nemmeno quello errante che gira per la Spagna tutto orgoglioso con la sua donzella in testa. IL cavaliere perso è un tipo di Pordenone che un giorno ha abbandonato la sua donna e lei, da quel momento, ha cominciato a farsi un frico dopo l'altro per dimenticare. La gente le diceva che il suo frico era buonissimo, altro che il cavaliere perso! E allora lei ha deciso di aprire una trattoria di legno con le tovaglie a quadretti rossi e bianchi, dove il profumo del frico seduce anche i più indifferenti. Ma in tutte le storie vere, c'è sempre qualcosa che non mi piace: la trattoria si chiama Il cavaliere perso. Perchè dedicare ad un uomo ingrato il simbolo della tua rinascita? Il mio happy ending sarebbe stato diverso. 

sabato 22 settembre 2012

La cugina Silvia



La cugina Silvia c’è in ogni famiglia che si rispetti. Perfino la cugina Silvia ha una cugina Silvia. Nel mio caso, è una delle rarissime cugine maggiorenni, quindi insieme possiamo affrontare una serie di discorsi che vanno decisamente oltre ‘l’altro giorno ho rubato un gelato alla nonna hihi’ e ‘stasera in cortile facciamo uno spettacolo sulle winx’. Ci cerchiamo solo quando siamo depresse, quindi in media ogni quattro mesi. Lei si fionda da me affamata in pausa pranzo, con il tacco alto e un tatuaggio sexy, e io la accolgo con la tuta fosforescente. Lei è una di quelle che prende in mano la coscia di pollo con uno scottex e chiede il cucchiaio per arrotolare gli spaghetti, per dire. Il pranzo è veloce e indolore, ci aggiorniamo velocemente sulla nostra situazione finanziaria e sentimentale (e una delle due è sempre in picchiata), e alla fine ci facciamo una gran risata.   

venerdì 21 settembre 2012

I ciclisti



I ciclisti sono un mondo a parte, e non puoi nemmeno concepire che mondo possa essere fino a quando non ti ci butti a capofitto. Spostata come non mai, quando sono in macchina non li sopporto, perché hanno quell’aria così rilassata mentre tu sei lì che mordi il volante. Quando sono in bici non sopporto gli automobilisti, perché sono brutti nella loro inutile arroganza. Comunque, i ciclisti sono i migliori, perché se sono incazzati si sfogano sui pedali e non sugli altri, e questa è una terapia innovativa da esportare massicciamente. I ciclisti sono una categoria molto variegata, a dispetto delle apparenze: ci sono quelli che lo sono perché si annoiano a camminare (e penso a mio fratello, che si spostava con la bmx da una stanza all’altra), perché adorano il proprio fisico e lo vogliono salvaguardare dalla flaccidità -immancabilmente a petto nudo-,  perché adorano l’ambiente e vogliono salvaguardarlo dalla diossina, perché adorano il rischio di venire travolti dai tir della statale, perché adorano sfoggiare il completo da ciclista che si sono comprati, perché adorano fare gli equilibristi dopo una spesa da 60 euro perfettamente bilanciata, perché adorano trovare una scusa per ascoltarsi la musica con l’Ipod, perché adorano parcheggiare davanti al lavoro mentre tutti girano imprecanti. Io lo faccio perché adoro accarezzare le maniglie di osso del primo Novecento.   

sabato 15 settembre 2012

Chi ricomincia



Chi ricomincia ha sempre il cuore diviso a metà: le cose conosciute le devi e le vuoi abbandonare, perché ormai sono vecchie e rischiano di ingabbiarti. Però sono tanto rassicuranti e per un po’ ti ci aggrappi, come ad un salvagente in mare aperto. Le cose nuove ti seducono, ti abbagliano, ti dicono che è ora di cambiare passo. Però troppe volte ti abbagliano solo perché c’è troppa luce, e non vedi che dietro c’è solo un pugno di mosche. E allora crisi nera, che ti costringe a tirar fuori la forza che pensavi di non avere. E ricominci davvero. Sono due i momenti dell’anno in cui si ricomincia: il primo gennaio, quando prendi l’agenda nuova che sa ancora di inchiostro, rileggi tutti i buoni propositi e ci sorridi sopra, chiami tuo padre che ci tiene tanto, pranzi con gli avanzi della sera prima e lavi per terra. E il primo settembre, quando ti sposi, ti metti la cravatta per il primo giorno di scuola, cucini la prima minestrina, torni al tuo paese natale dopo vent’anni di vagabondare, guardi le sette notizie di Gramellini, riapri i libri e non sai da dove partire, il sole non ti nausea più e ricominci a bramarlo.

mercoledì 12 settembre 2012

Le persone archiviate



Le persone archiviate le ho archiviate con soddisfazione, o con indifferenza, o con fatica. Riempiono la mia scatola dei ricordi, che non è una metafora, ma ciò di più concreto che io possa avere. Ogni persona è archiviata attraverso un oggetto. C’è una cassetta dei Nofx che adesso trovo inascoltabili ma che ho adorato. C’è una ragnatela violacea fatta con la vinavil. C’è il mio primo paio di occhiali. Ci sono i segnaposti della festa dei miei diciotto anni. C’è un acrostico in cui un trio di bambini mi considerano Felice Estroversa Divertente Emaniosa Rumorosa Irriverente Calorosa e Astuta. C’è una graffetta a forma di fungo, velenosissima. C'è un bavaglino di plastica avanzato da una cena di pesce e una tovaglietta di carta di una pizza speciale. Ci sono inviti a matrimoni e lettere arrabbiate. Ci sono i buoni propositi di qualche capodanno fa di far provare il trattore di mio padre ad un amico di città, di guarire definitivamente dalla tosse catarrosa, di fare amicizia con un orrendo coniglio da giardino e di continuare a prendere sul serio tutte le scemenze che mi vengono raccontate. Propositi naturalmente archiviati ancor prima di diventare realtà.

lunedì 10 settembre 2012

Quelli che l'estate li ha cambiati

Quelli che l’estate li ha cambiati hanno fatto cose e visto gente. Ma soprattutto:
La mia vicina ha un nuovo tatuaggio inquietante sul cranio
La mia amica con le sopracciglia corrucciate è passata da quota 15 a quota 16 concerti dei Subsonica in tre anni
La compulsiva della valigia ha perso la targa della macchina e poi l’ha cercata con la pila
La quattordicenne non è capitata nella classe della sua amica, e la sua nuova vicina di banco adora i Modà (e quindi è una sfigata)
L’impastatrice di uomini, non contenta, ha cominciato ad impastare anche se stessa
L’uomo che non mi guarda mai negli occhi è passato alla modalità ‘adesso manco ti saluto’
Il piede di mia mamma ricomincia a dare segni di vita. Ora fa la dittatrice non più seduta, ma in piedi.
La mia amica che mi chiamava ciccetta, ora mi chiama gigietta, perché ha le afte in bocca. Ma non capisco perchè lo faccia anche via sms.
La bambina che parla in bebeeese si è comprata un completo da pioggia di Hello Kitty, rosa all’inverosimile.
Io ho mangiato il mio primo marshmallow a forma di puffo e ho abbassato notevolmente l’asticella della tolleranza.

mercoledì 5 settembre 2012

Le persone tristi e le persone a volte tristi


Le persone tristi sono prive di fantasia, senso dell’umorismo ed elasticità mentale. Le persone a volte tristi, invece, sono quelle che in una mattina di settembre si svegliano male. Fanno colazione da sole, i biscotti sono finiti, leggono mail brutte e ricevono telefonate ancora più brutte. Il campanello suona e loro sono in pigiama. La lavatrice ha colorato tutto di rosso e le formiche hanno invaso il terrazzo. Fuori non c’è un filo di sole e avrebbero tanta voglia di farsi coccolare. Le persone a volte tristi lo sono solo a volte perché fanno di tutto per scacciare via la tristezza. Chiamano con il telefono fisso l’amica ancora più triste, e parlano con lei di capelli e di conoscenti metal. Sentono nell’ordine l’amica matta, la ex collega, la compagna di scuola storica. Si comprano il classicone dell’anno –Il Don Chisciotte- perché si sono ripromesse di leggerne uno all’anno, perché hanno fatto un voto alla letteratura. Prendono la bici e vanno a prendere il caffè da quella tipa che aveva detto loro: ‘Quando passi per di qua, vieni a prenderti il caffè’. Siate cauti con le persone a volte tristi: a volte prendono tutto sul serio.