giovedì 13 febbraio 2014

La compagna di passeggiate - Il ritorno

La compagna di passeggiate è tornata dall'Australia, e al posto di farci la consueta semestrale passeggiata per la campagna trevigiana, entriamo in un bar avvolto dai libri, e ci prendiamo un chai. Questo per indicare che in due anni le persone cambiano assai, e non solo perchè adesso hanno gli occhiali nuovi e i capelli sfumati. Ci sormontiamo in continuazione, allora decidiamo di parlare una alla volta, a turni stabiliti. Fuori è arrivato il sole, e allora camminiamo, e diamo indicazioni sbagliate ad una signora che cerca una piazza che io penso sia quella della frutta e invece non lo è. La compagna di passeggiate accarezza tutti i cani che incontra, e mi confessa che dall'altra parte del mondo la chiamano Saint Francis. Entriamo in un negozio di carabattole, perchè lei cerca un cestino per il bagno, di cui ignoro ancora l'utilizzo. Io vorrei una cornice a cascata (non trovo un'espressione che spieghi meglio l'effetto che ho in testa), ma alla fine compro lo scotch per incartare un regalo che mi mette allegria, e otto candele perchè questa sera m'illumino di meno.

martedì 11 febbraio 2014

A-metà

A-metà ha una meta ben precisa: non concludere mai nulla di ciò che comincia. Sostiene che concludere sia un po' come morire, quindi è meglio fare le cose a-metà. Ecco perchè lava metà dei suoi denti a casa, e metà al lavoro. Talvolta ci dividiamo lo specchio, lei con lo spazzolino e io con la crema idratante. Ridacchiamo come due adolescenti, per poi ricomporci velocemente uscendo in corridoio. A-metà ritiene che vivere in una casa senza divano sia più divertente, perchè così ha sempre un ottimo pretesto per sfogliare i migliori cataloghi di arredamento. In mensa lascia a-metà il pranzo, perchè impacchetta il resto per la cena. Abita a-metà strada tra tre città, ma questo è un puro caso e si sente soffocare. Ammette di impegnarsi un po' a-metà ultimamente, e questa è l'ammissione più difficile che si possa fare. Io non credo di aver mai osato tanto. 

lunedì 3 febbraio 2014

In Polonia

In Polonia ai matrimoni danno una bottiglia di vodka a testa. Se sei così debole da non riuscire a finirla, puoi portarla a casa con te. E offrirla ai tuoi ospiti seduti attorno ad un tavolo quadrato pieno di mucche sorridenti. La vodka polacca viene apprezzata meglio se hai addosso degli antiscivolo fucsia e fuori piove, madonna come piove. Puoi fai a gara nel trovare tutte le canzoni che parlano della pioggia e pensare subito a Jovanotti, mentre il tuo raffinato avatar rievoca purple rain. E' un clima molto polacco, pensandoci bene, e, secondo un amico che può fare la barba solo prima delle pulizie, è bene che ci si abitui, perchè fra un po' ce ne andremo tutti in Polonia a lavorare. Io della Polonia so molto poco, tranne il bellissimo proverbio andrei anche a rubare i cavalli con te, da dire ad una persona di cui puoi fidarti. E' un proverbio che si può personalizzare, sostituendo cavalli con mucche sorridenti, per dire.