domenica 21 aprile 2013

Oskar

Oskar ha cominciato a picchiare il suo tamburino di latta a tre anni, e da quel momento non ha mai smesso. Stambura dalla mattina alla sera, nei momenti più inopportuni. Chi tenta di strappargli il tamburino dalle mani scatena in lui una rabbia cieca, che graffia e morsica. La sua mamma ad un certo punto decide di mangiare solo pesce per settimane, per farsi venire l'itterizia e farla finalmente finita. Oskar è impegnativo da leggere, perchè è un personaggio drammatico e io sono molto sensibile, quindi lo affronto con il contagocce, sperando che sia solo una finzione letteraria. Invece ne esiste uno anche nella realtà. L'Oskar in carne ed ossa non parla che di percussioni, e percuote sempre qualsiasi cosa sotto gli occhi esterrefatti di tutti. Ti si pianta in casa e non riesci più a levartelo di torno. Viaggia solo per conoscere nuovi ritmi ed è talmente molesto che te li fa sentire anche al telefono. 

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