giovedì 9 agosto 2012

L'ottimista grunge

L’ottimista grunge è un paradosso, ma esiste. E’ ottimista in quanto coraggiosa: fa le cose senza paura perché pensa che andrà tutto bene. Ed è grunge perché è tutta stropicciata, dentro e fuori. L’ottimista grunge ha molte cose in comune con me: è cresciuta in una famiglia numerosa, quindi sa perfettamente cos’è la totale mancanza di privacy. Ha un enorme fiore di peluche, fa la scema quando è imbarazzata e subisce il fascino delle persone con l’accento strano. Quando partivamo per il campo scout, le ragazze si dividevano in due categorie: le basic, con uno zaino e il materassino da yoga, e le supergnocche, con due zaini e il materassino gonfiabile. Entrambe eravamo naturalmente basic. Basic anche nello shampoo, visto che nelle nostre docce c’erano sempre i flaconi da un chilo arancioni fosforescenti. Ci sono anche le differenze: l’ottimista grunge arriva da una famiglia atea, ha una cagnetta bianca pelosa, due figli e una lavastoviglie.

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