Chi ricomincia ha sempre il cuore
diviso a metà: le cose conosciute le devi e le vuoi abbandonare, perché ormai
sono vecchie e rischiano di ingabbiarti. Però sono tanto rassicuranti e per un
po’ ti ci aggrappi, come ad un salvagente in mare aperto. Le cose nuove ti
seducono, ti abbagliano, ti dicono che è ora di cambiare passo. Però troppe
volte ti abbagliano solo perché c’è troppa luce, e non vedi che dietro c’è solo
un pugno di mosche. E allora crisi nera, che ti costringe a tirar fuori la
forza che pensavi di non avere. E ricominci davvero. Sono due i momenti dell’anno in cui si
ricomincia: il primo gennaio, quando prendi l’agenda nuova che sa ancora di
inchiostro, rileggi tutti i buoni propositi e ci sorridi sopra, chiami tuo
padre che ci tiene tanto, pranzi con gli avanzi della sera prima e lavi per
terra. E il primo settembre, quando ti sposi, ti metti la cravatta per il primo
giorno di scuola, cucini la prima minestrina, torni al tuo paese natale dopo
vent’anni di vagabondare, guardi le sette notizie di Gramellini, riapri i libri
e non sai da dove partire, il sole non ti nausea più e ricominci a bramarlo.
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