domenica 6 gennaio 2013

Bloccati in aeroporto

Bloccati in aeroporto dal buio della mattina al buio della sera, siamo costretti ad ammazzare il tempo osservando piccole cose delle quali non ci saremmo mai accorti, tipo il mio giubbotto che sta perdendo un bottone. E cominciamo ad aver bisogno di cose a cui non avremmo mai pensato, come un kiwi, un burro di cacao, uno shampoo secco, un libro, un giornale. Invece le uniche cose che abbiamo sono: un voucher da 5 sterline che la compagnia ci regala ogni due ore per non farci impazzire, con il quale ci divertiamo a scegliere nuove orrendità inglesi da mangiare; il giornale indipendentista irlandese; una penna che funziona; tante persone strane con cui parlare di nulla come piace tanto a me e il concerto dei Led Zeppelin senza audio, come piace tanto a lui. Bloccati in aeroporto dal buio della mattina al buio della sera, ci capita di pensare che non è una domenica qualunque, ma l'ultima della vecchia vita. Se per due settimane abbiamo staccato il cervello, adesso la realtà ci si para contro tutta baldanzosa, e ho una strizza allucinante. Da domani si comincia, sempre che riusciamo ad uscire da questo luogo di mezzo che, nonostante tutto, sta tirando fuori il meglio di noi.

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