domenica 17 giugno 2012

I ragazzi della piazza di Urbino

I ragazzi della piazza di Urbino scendono in piazza tutte le sere, con i libri sottobraccio e una birra sotto l'altro. Quando c’è la partita dell’Italia lasciano a casa i libri, liberano un sottobraccio per fare posto ad una seconda birra. Chi pesa più di ottanta chili ha un sottobraccio più capiente, per cui le birre si moltiplicano. Tutti si accalcano davanti all’unico mini-schermo della città e cantano l’inno con estrema convinzione. I ragazzi sono lì per esercitare il loro archetipico, maschio tifo. Le ragazze sono lì per esercitare la loro archetipica, femminina seduzione. Che di fronte alla partita dell’Italia puntualmente viene frustrata, perché in questi casi tira di più un pelo (depilato) di un azzurro. Io mi mischio alla mischia, sono talmente distante dalla tv, o sono talmente miope nonostante le lenti, che non distinguo il verde dal blu, per cui vedo solo tante macchie bianche e rosse che vagano per il campo. Va a finire che pareggiamo, e rischiamo come al solito di essere eliminati al primo turno. Ma questo è un dettaglio, perchè vedere la partita in un delizioso borghetto marchigiano anni ’80, mimetizzata tra gli studenti dell’università, è stato davvero rigenerante. Domani c’è Italia-Irlanda, e mi vedrò il primo tempo con mio padre, che porta sempre per gli altri perché dice che siamo una squadra di brocchi, e il secondo tempo al pc, a trenta centimetri, per essere sicura di non scambiare un irlandese per una zolla d’erba.

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