sabato 23 giugno 2012

Max e la favola


L'uomo più furbo del mondo, conquistatore instancabile e attento: ‘Ciao, sono quello che hai incontrato alla festa, ti ho chiamata solo per sentirti e basta. Posso rivederti già stasera? Domani ti regalerò una rosa. Perché, sai, non capita poi tanto spesso che il cuore mi rimbalzi così forte addosso.’ Ho pensato al suono del suo nome, a come cambia in base alle persone. Ho pensato tutto in un momento, ho capito come cambia il vento. Dico quel che penso e faccio quello che dico. Ma se vuoi fare qualcosa per me amore mio: stai zitta. Santi numi ma che pena mi fa(i). Piango, paludi di parole fatte fango. Ingenuo da credere ancora alla favola di Adamo ed Eva. Che fatica innaturale perdonare a me stesso di essere io fatto così male. Ho lasciato scappar via l'amore. Il tempo non fa il suo dovere e a volte peggiora le cose. Ho la strana sensazione di un amore acceso esploso troppo presto fra le mani.

Cosa fai, non mi vuoi, tanto è uguale.

…ma il futuro è toccare mangiare tossire ammalarsi d'amore

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