Gli
incontri casuali sono quelli che mi divertono di più, e mi mettono il
buonumore per tutta la giornata. Ecco l'elenco di quelli che, per caso,
ricordo:
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la mia caposquadriglia, invidiata con tutta l'invidia che avevo perchè
aveva baciato un ragazzo di venti -dico venti- anni, era nel posto
accanto al mio nel mio volo per Siviglia di due anni fa.
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un mio vecchio compagno di scuola, campione di basket praticamente dimenticato per quindici anni, mi
ha chiesto se volevo il toast con la salsa rosa in un pub. Ci siamo guardati, e ci siamo abbracciati lungamente, come
due fratelli.
-
una mia compagna di università, con cui mi facevo assurde chiaccherate
in treno, me la sono ritrovata come collega. Ci
siamo messe a strillare come due oche, e questo non ha giovato alla mia carriera in quel posto.
- un amico d'infanzia, con cui giocavo a scala quaranta a Jesolo quando portavo le camiciette con le spalline, ha seguito con me un'intero corso di storia della critica d'arte.
- una ex collega me la sono ritrovata al cinema, dal gelataio, a Porta San Tommaso, a Sant'Artemio, dal ginecologo, a Giavera, e ogni tanto anche al lavoro.
- un tipo buono come il pane me lo sono ritrovato in pronto soccorso, alle 4 del mattino, con un mal di denti atroce. Io e lui in un posto deserto. E io che arrivavo direttamente dal matrimonio della mia amica che ha un bambino di sei centimetri nella pancia.
- l'amica delle passeggiate me la sono trovata tra le magliette di Camden Town. Ci siamo prese un thè freddo insieme. O alla pesca o al limone.
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mia sorella me la sono trovata al supermercato a prendere due etti di
prosciutto. Esattamente quello che dovevo procurarmi io. Questo significa che mia madre ne
voleva quattro etti, o che sperava che almeno due a fine giornata
sarebbero arrivati.
-
selvatic-man, che mi ha corteggiato con elegante veemenza, me lo sono
ritrovato cinque anni dopo nel mio stesso pianerottolo, anzi, nello
stesso identico appartamento.
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