venerdì 6 luglio 2012

La mia ortensia

La mia ortensia è l’unica pianta che ho, a parte la mini piantina grassa con il pupazzetto celeste disegnato davanti, regalo di Natale di una vecchia amica ballerina. In quanto unica presenza vegetale della mia casa, è stata da me accudita come una prima figlia: con sguardo perennemente preoccupato ed inevitabile maldestria. E’ per questo che le prime figlie crescono come possono, generalmente piene di paranoie e maldestre quanto poche. La mia ortensia me l’ha regalata una delle donne più femminili che conosca, anche se non ho ricordi dei suoi capelli oltre i due centrimetri. Era del mio fucsia preferito, tutta rigogliosa ed orgogliosa di avermi strappato un sorriso. Dopo qualche settimana si è afflosciata. Allora l’ho potata, ma la mia nonna esperta in botanica mi ha detto che non era sufficiente: ‘Daghe un tajo’ e io ho tagliato senza pietà. Adesso ci sono pochi centimetri striminziti che mi guardano insistentemente. Io li evito, vigliacca. Tutti dicono che è morta. Credo di aver imparato due cose: che a volte andare alla radice dei problemi non è per forza un bene, e che a volte le cose non vanno come vorresti, anche se ti impegni.

Nessun commento:

Posta un commento